Parlo del mio lavoro di mediazione territoriale in questo articolo. Ho iniziato un percorso dove sono coinvolto in azioni di programmazione, interpretazione e strategia dell’essere del luogo, nella sua composizione patrimoniale materiale e immateriale, naturale e culturale. Nella fattispecie ho intrapreso rapporti professionali nell’area dell’Alta Valpolcevera, mio luogo natio.
Il luogo tende ad organizzarsi in funzioni e azioni le quali strutturano una forma del territorio, relazioni di tipo produttivo e fruitivo, manipolativo e trasformativo. Inoltre si rappresenta attraverso simboli e percezioni, relazioni sociali che rendono vivi gli spazi e traducono l’agire interiore della comunità. Ancora, si presenta come uno spazio naturale bruto in continua trasformazione.
Consideriamo patrimonio ciò che è valore agente di vita attraverso le comunità terrestri. Esso è intrinseco al coordinamento della nostra quotidianità. Siamo spinti a trovare, mantenere, modificare e creare dei significati all’agire del tempo, prendendo come validi i tematismi della relazione storica in cui ci manifestiamo come esseri viventi, attraverso cui depositiamo i più alti motivi ideali e gestionali della vita umana.
La mia figura professionale ha la caratteristica di trovare all’interno del patrimonio agito dal luogo, il punto di equilibrio/rottura attraverso cui proporre quegli elementi di novità che la comunità cerca di ottenere.
La dicotomia presente all’uomo che lo vede riconoscere e riconoscersi, distaccarsi e divergere dal mondo, suggerisce di come Natura e Cultura siano compenetranti come il giorno e la notte, una relazione costante di un tutto in cambiamento.
Le linee di frattura che si presentano nell’ecosistema sia materiale che immateriale dell’essere del luogo, sono spunto datomi dallo studio delle fasi liminali nella composizione della simbologia culturale delle popolazioni. Tessuto fratturale da cui sgorga nuova realtà naturale e culturale all’interno della configurazione apparente dell’immagine della realtà.
Il Mediatore Territoriale è un interprete del linguaggio visibile e invisibile, individuale e collettivo, filtrato dal sedimentare dei significati comunitari in relazione con l’agire della coscienza umana, il suo presentarsi, organizzarsi, scomporsi e ricomporsi come comunità reale, fisica e sensoriale.