Se nell’onda puoi vedere il movimento dell’aria, nella terra il galleggiare della roccia, nella sabbia il consumare dell’acqua, ogni cosa è legame. La persona che sei, oltre la propria rappresentazione, si modella nel dialogo che intraprende con l’umanità e la terrestrità. Un individuo è tale quando s’immerge nudo, vivo nella collettività. Egli si separa dalla propria coscienza quando vive la rappresentazione di sè come modello precostituito. Invece è più semplice di ciò che appare. Succede che quando la persona si separa da se stessa, vive all’interno della morte pur essendo organismo vivente. Diventa tempo immobile e malattia sociale. Per il mio vedere l’uomo è già libero: è manifestazione liberante di sè, nonchè trasfigurazione rappresentante. L’uomo è movimento.
Attraverso il legame che si va dispiegando nell’esperire la vita, si dà luogo ad una forma di avere la presenza che si trasforma negli elementi che a sè si mostrano come realtà. Essere e Avere non esistono come separazione, ma sono una fusione degli opposti: sei ciò che hai e hai ciò che sei. Ogni cosa diventa tale nella traiettoria orientativa della realtà, come verità comunicante soggettivizzata. Una forma simbolica in perfetto equilibrio che si libera di se stessa manifestandosi. Un equilibrio che è simbolicamente la proiezione della verità, la quale dall’oltre se stessa incanala ogni elemento evocativo dell’esistere.
Verità che è niente da sè, tutto al di fuori che qualcosa: una presenza sempre semplice che solo esiste come ciò che è nella sua esperienza.