Laboratorio “Voce delle piante: il suono come veicolo”
Il laboratorio Voce delle piante è una performance in cui il partecipante è invitato ad ascoltare una composizione musicale fatta in collaborazione con le essenze vegetali. Con il supporto del dispositivo Plants Play, è possibile trasformare il flusso elettromagnetico della pianta in onde sonore. Attraverso degli elettrodi posti all’esterno della pianta, l’impulso elettrico della biomassa viene trasportato in frequenze sonore da un elaborato sistema ingegneristico, le quali per mezzo di un’apposita applicazione, sono disposte in campi d’azione melodici in cui letteralmente la pianta sperimenta la musica.
Il laboratorio vuole offrire la possibilità di “partecipare” con occhi diversi l’ambiente circostante. Ho scelto il suono per poter navigare il sensibile, perché è per me l’elemento di navigazione con cui “attraversare” lo stato solido della percezione. Oltre all’applicazione che l’onda sonora ha nella fisica naturale, come elemento di descrizione della materia, ho pensato al ruolo che i nostri sensi corporei e non, potessero avere nei confronti di quello che è fuori di noi.
Una serie di pensieri e definizioni mi hanno portato lontano da quello che, successivamente, ho sperimentato avvicinandomi al mondo vegetale con la libertà della creazione. Il laboratorio vorrebbe presentarsi senza significato, forse abbattere delle “barriere”, creare spazio per rivisitare e disegnare, attraverso il suono, una direzione di movimento. Il suono può, vuoto, rompere il pieno e portare nel dentro del visibile, creando connessioni nel mondo dell’altrove.
Vorrei lasciare spazio d’azione, di rivelazione, di comunione, di dialogo. Abbandonare l’idea di intendere cosa sia qualcosa; di provare ad ascoltare la voce di un mondo distante, conosciuto, nel frastuono del tempo. Nella sessione si abbandona l’idea che esista un significato. Se ne creerà uno nuovo.
Concept: la vista paragonata alla percentuale vegetale del pianeta, funziona come immagine. La vista porta da fuori a dentro. L’immagine se non “rotta” è una dimensione piana che occulta la profondità spazio temporale dello sguardo interiore. Il suono è veicolo che attraversa lo spazio e coadiuva lo schema del reale. La voce è il dentro che si riversa fuori, creando realtà vibrazionale interiore nel mondo esterno. Il laboratorio vuole portare a confronto queste due dinamiche opposte e complementari, per creare uno spazio vuoto in cui gli individui entrano in relazione (vegetali e umani). Vedere la voce, vuol dire vedere la vibrazione scaturente dal nucleo produttivo dell’elettricità, che raccoglie il suono come veicolo dell’esistere “invisibile”, “sottile”. Vuol dire: “vedere la vita in bruciazione fisica”.